Enogastronomia

Un pane a regola d'arte per la Pasqua: su coccoi a pitzus

Un pane da matrimonio
Fra le bontà offerte dai figuranti in costume durante il corteo del Matrimonio selargino non ci sono solo vino e dolci sardi di produzione propria, ma anche prelibati pani tipici. Il più bello a vedersi, e sicuramente anche uno dei più buoni da mangiare, è 'su coccoi', fatto con semola finissima di grano duro. A conquistare però non è solo il suo sapore delicato, quanto la sua forma bizzarra, con tante piccole punte realizzate tagliando la pasta con le forbici durante la sua lavorazione. Tradizione vuole che 'su coccoi' sia un dono particolarmente apprezzato dagli sposi, per i quali viene modellato con la forma di un bouquet fiorito, da mettere al centro del tavolo nuziale, e come simbolo di buon augurio e prosperità, in foggia di cuore o di corona, con preziosi ricami di fiori, frutta e uccellini.

La versione di Pasqua
Questo tipo di pane, conosciuto anche col nome di 'su scetti' o 'pasta dura', è tipico anche delle festività pasquali, quando viene letteralmente intagliato in forme ancora più complicate, con l'aiuto di coltelli e rotelle, in dialetto chiamati 'serretta' e 'arrosoyedda' o 'gotteddu de pesai'. In questo caso viene confezionato con al centro delle uova intere bollite, simbolo di rinascita, custodite in giravolte di intrecci e triangoli serrettati, a punta, grazie ai quelli prende il nome di 'coccoi a pitzus'. Altra opera d'arte di semola preparata prima di Pasqua è 'sa pippia cun s’ou', bambolina di pane con un uovo sistemato in corrispondenza della pancia, come simbolo di maternità, e sette gambe, per richiamare il calendario dell’Avvento e aiutare i bambini 'contare' i giorni della Settimana santa.

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