La ricetta Il coniglio a succhittu
Cappero selargino protagonista Il coniglio a succhittu non ha bisogno di troppe presentazioni. È un secondo piatto tipico della Sardegna meridionale, specie del cuore della pianura del Campidano, e si trova spesso e volentieri sulle tavole di Selargius nella seconda metà di agosto, nei giorni della sagra organizzata in paese in onore del patrono san Lussorio. Uno dei suoi aromi più riconoscibili è quello del cappero selargino, con la sua inconfondibile nota salina che lo rende un rivale di tutto rispetto per il più noto cappero di Pantelleria. Coltivato in queste terre dal 1850, grazie all'iniziativa del medico pugliese Antonio Dentoni.
Come si fa
Oltre a due cucchiai di capperi di Selargius sotto sale, per preparare questa ricetta servono un coniglio (meglio se acquistato da un allevamento familiare), 80 ml di aceto di vino bianco, 160 ml di vino bianco, 2 dl di olio extravergine di oliva, 2 spicchi di aglio, un rametto di rosmarino. Dopo aver tagliato il coniglio a pezzi - ricordandosi di tenerne da parte i fegatini - va fatto marinare per almeno quattro ore in una terrina con il vino, l'aceto, uno spicchio d'aglio e il rosmarino. Subito dopo va rosolato in un tegame con l’olio e l’aglio, si unisce il sughetto della marinatura e a fine cottura si aggiungono i capperi, ben lavati e sgocciolati e i fegatini tritati finemente. Ancora un minuto di cottura, due minuti in posa ed il coniglio a succhittu è pronto!